La maggior parte dei casi di suicidio e' dovuta a depressione che affligge i due terzi degli individui vittime di questo comportamento. Uno studio effettuato in Canada ha mostrato come nel cervello dei depressi vi e' un abnorme distribuzione del recettore del GABA, uno dei piu' abbondandi neurotrasmettitori nel cervello. Il ruolo del GABA e' quello di inibire l'attivita' cerebrale. Una ricerca ha rivelato che questi recettori sono presenti in misura minore nella corteccia frontale di soggetti depressi che si sono suicidati rispetto a coloro che sono morti per altre cause. La corteccia frontale, infatti, e' coinvolta nelle alte attivita' di pensiero e nella presa di decisione. Gli scienziati non sanno ancora come questa abnormalita' sia influente sul tipo di maggiore depressione che porta al suicidio del paziente, ma sicuramente qualsiasi agente che disturba questo sistema determinerebbe questi risultati.
La cosa piu' sorprende e' che i disturbi legati al recettore GABA non sono il risultato di una mutazione genetica. Questo cambiamento e' epigenetico, e questo significa che e' dovuto all'effetto di fattori ambientali.
E' stato scoperto che nella corteccia frontale dei suicidi spesso si e' trovata una molecola chiamata Metyl group attaccata al gene del GABA-A. Quando il Metyl group e' attaccato ad un gene, questo impedisce che quel gene venga utlilizzato nella costruzione delle proteine, ed in questo caso impedisce che venga prodotto il recettore del GABA-A.
Si sa poco sulle cause della diffusione del Metyl group nel cervello, ma uno studio suggerisce che potrebbe essere dovuto ad abusi durante l'infanzia.
A maggio i ricercatori della McGill University hanno dimostrato come la maggiror presenza dei geni impegnati nella costituzione delle proteine e legati al Metyl group si trovavano nell'ippocampo (la regione del cervello coinvolta nella memoria a breve termine e nelle abilita' spaziali) dei suicidi a seguito di depressione che avevano subito abusi, piuttosto che nel cervello di coloro che non erano vittime di suicidi e che non avevano subito abusi.
Ancora una volta i ricercatori, pero', non sanno come le difficolta' di costituzione delle proteine porti alla depressione ed al suicidio.
Una ipotesi e' che, se si hanno limiti e difficolta' nella sintesi delle proteine nel cervello, si e' deprivati di connessioni sinaptiche critiche o connessioni con neuroni che potrebbero essere coinvolti negli stati emotivi positivi come l'allegria, la felicita', l'appagamento.
I ricercatori sostengono che gli eventi sociali nelle piu' tenere eta' della vita sono la causa di quei cambiamenti epigenetici del cervello. Analizzando infatti il cervello dei suicidi che avevano subito abusi e quelli che non avevano subito abusi, si e' potuto riscontrare un differente pattern di Metyl group presente.
Persino nell'utero materno le influenze epigenetiche cambiano i programmi di sviluppo del cervello incrementando poi il rischio di suicidi. A febbraio del 2008 uno studio ha dimostrato che i bambini nati sia bassi (corti) sia con meno peso, sono stati quelli che da aduti sono rimasti vittime di violenti suicidi rispetto ai bambini nati piu' lunghi e con giusto peso. In modo simile i bambini nati prematuri sono 4 volte piu' esposti al rischio suicidio rispetto a quelli nati entro i termini previsti.
Le ricerche pubblicate nel Journal of Epidemiology and Community Health dicono che la serotonina che e' coinvolta nello sviluppo e crescita del cervello del feto puo' giocare un ruolo fondamentale. Un ventre materno come ambiente stressante e deprivato puo' interferire con lo sviluppo del feto e con il suo sistema serotoninergico.
Inoltre, le ricerche hanno dimostrato che le persone che esibiscono ed adottano un comportamento suicida hanno una ridotta attivita' serotoninergica.
In fine, queste richerche mostrano che i cervelli dei suicidi differiscono molto dagli altri cervelli per varie ragioni.
''In altre parole''-dice Poulter ''siamo d'accordo sul fatto che il fenomeno e' duvuto ad una sorta di squilibrio biologico, non e' una questione di attitudine''.
Siccome, inoltre i cambiamenti epigenetici avvengono nelle primimissime fasi della vita dell'individuo, sara' un giorno possibile identificare giovani soggetti a rischio di suicidio analizzando il loro pattern di Metyl Group presenti e quindi curarli con farmaci che regolano questo meccanismo.
Fonti:La cosa piu' sorprende e' che i disturbi legati al recettore GABA non sono il risultato di una mutazione genetica. Questo cambiamento e' epigenetico, e questo significa che e' dovuto all'effetto di fattori ambientali.
E' stato scoperto che nella corteccia frontale dei suicidi spesso si e' trovata una molecola chiamata Metyl group attaccata al gene del GABA-A. Quando il Metyl group e' attaccato ad un gene, questo impedisce che quel gene venga utlilizzato nella costruzione delle proteine, ed in questo caso impedisce che venga prodotto il recettore del GABA-A.
Si sa poco sulle cause della diffusione del Metyl group nel cervello, ma uno studio suggerisce che potrebbe essere dovuto ad abusi durante l'infanzia.
A maggio i ricercatori della McGill University hanno dimostrato come la maggiror presenza dei geni impegnati nella costituzione delle proteine e legati al Metyl group si trovavano nell'ippocampo (la regione del cervello coinvolta nella memoria a breve termine e nelle abilita' spaziali) dei suicidi a seguito di depressione che avevano subito abusi, piuttosto che nel cervello di coloro che non erano vittime di suicidi e che non avevano subito abusi.
Ancora una volta i ricercatori, pero', non sanno come le difficolta' di costituzione delle proteine porti alla depressione ed al suicidio.
Una ipotesi e' che, se si hanno limiti e difficolta' nella sintesi delle proteine nel cervello, si e' deprivati di connessioni sinaptiche critiche o connessioni con neuroni che potrebbero essere coinvolti negli stati emotivi positivi come l'allegria, la felicita', l'appagamento.
I ricercatori sostengono che gli eventi sociali nelle piu' tenere eta' della vita sono la causa di quei cambiamenti epigenetici del cervello. Analizzando infatti il cervello dei suicidi che avevano subito abusi e quelli che non avevano subito abusi, si e' potuto riscontrare un differente pattern di Metyl group presente.
Persino nell'utero materno le influenze epigenetiche cambiano i programmi di sviluppo del cervello incrementando poi il rischio di suicidi. A febbraio del 2008 uno studio ha dimostrato che i bambini nati sia bassi (corti) sia con meno peso, sono stati quelli che da aduti sono rimasti vittime di violenti suicidi rispetto ai bambini nati piu' lunghi e con giusto peso. In modo simile i bambini nati prematuri sono 4 volte piu' esposti al rischio suicidio rispetto a quelli nati entro i termini previsti.
Le ricerche pubblicate nel Journal of Epidemiology and Community Health dicono che la serotonina che e' coinvolta nello sviluppo e crescita del cervello del feto puo' giocare un ruolo fondamentale. Un ventre materno come ambiente stressante e deprivato puo' interferire con lo sviluppo del feto e con il suo sistema serotoninergico.
Inoltre, le ricerche hanno dimostrato che le persone che esibiscono ed adottano un comportamento suicida hanno una ridotta attivita' serotoninergica.
In fine, queste richerche mostrano che i cervelli dei suicidi differiscono molto dagli altri cervelli per varie ragioni.
''In altre parole''-dice Poulter ''siamo d'accordo sul fatto che il fenomeno e' duvuto ad una sorta di squilibrio biologico, non e' una questione di attitudine''.
Siccome, inoltre i cambiamenti epigenetici avvengono nelle primimissime fasi della vita dell'individuo, sara' un giorno possibile identificare giovani soggetti a rischio di suicidio analizzando il loro pattern di Metyl Group presenti e quindi curarli con farmaci che regolano questo meccanismo.
http://www.occhioclinico.it/occhio/2004/9/articolo.php?id=art_04 Introduzione
http://www.sciam.com/article.cfm?id=the-origins-of-suicidal-brains
Complimenti davvero per l'articolo interessantissimo.
RispondiEliminaSto scrivendo una tesi sul suicidio e vorrei tanto sapere dove posso recuperare l'immagine che hai messo (quella della ragazza che si riflette nell'acqua). Davvero non so come recuperarla e vorrei metterla nella mia tesi. Qualsiasi riferimento tu abbia, ti sarei veramente grata se me lo trasmettessi. L'ho vista in immagini google ma il formato non è sufficiente perciò devo per forza risalire o all'autore, o all'immagine stessa originale o in un formato possibile.
Complimenti ancora per il tuo lavoro ottimo e grazie per quanto potrai fare.
Purtroppo io non ho molto tempo perché devo consegnare la tesi il 27 di agosto.
La mia mail è: p.montalenti@alice.it
Cordiali saluti,
patrizia