
''Siccome la depressione e' caratterizzata dai pensieri negativi, e' facile pensare che le persone depresse apprendono meglio le lezioni negative della vita, ma questo non e' tutto del tutto vero!'' afferma il dott. Laren Conklin co-autore della ricerca e laureato in Psicologia all'universita' dell'Ohio.
Questo studio e' stato pubblicato sul numero di marzo del Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry.
Il gruppo sperimentale era costituito da 34 studenti, 17 dei quali rispondenti ai criteri di depressione clinica e 17 invece non depressi.
''Questo studio e' stato uno dei primi in grado di collegare i livelli clinici di depressione con gli atteggiamenti che le persone assumono quando vanno incontro a nuovi eventi e nuove informazioni vengono analizzate'' aggiunge Daniel Strunk, co-autore dello studio e assistente professore di Psicologia all'Universita' dellOhio.
Il prof. Strunk afferma che la chiave per comprendere questi meccanismi e' stata l'utilizzo di un gioco elettronico sviluppato nel 2004 nella stessa universita' da Russel Fazio, professore di Psicologia e co-autore di questo studio. Fazio e i suoi collaboratori, Natalie Shook, che ha conseguito il dottorato all'universita' dell'Ohio e che adesso lavora presso la Virginia Commonwealth University e J. Richard Eiser dell'Univerista' di Sheffield (Inghilterra), hanno usato questo gioco in differenti studi esaminando le differenze nella formazione degli atteggiamenti positivi e negativi.
Il gioco, chamato simpaticamente ''BeanFest'' (baldoria), prevede la presentazione di alcuni stimoli (fagioli) che appaiono sullo schermo del computer. I fagioli presentati possono essere buoni o cattivi, e questo dipende dalla forma e dal numero delle macchie che presentano sulla loro superficie.Questo studio e' stato pubblicato sul numero di marzo del Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry.
Il gruppo sperimentale era costituito da 34 studenti, 17 dei quali rispondenti ai criteri di depressione clinica e 17 invece non depressi.
''Questo studio e' stato uno dei primi in grado di collegare i livelli clinici di depressione con gli atteggiamenti che le persone assumono quando vanno incontro a nuovi eventi e nuove informazioni vengono analizzate'' aggiunge Daniel Strunk, co-autore dello studio e assistente professore di Psicologia all'Universita' dellOhio.
Il prof. Strunk afferma che la chiave per comprendere questi meccanismi e' stata l'utilizzo di un gioco elettronico sviluppato nel 2004 nella stessa universita' da Russel Fazio, professore di Psicologia e co-autore di questo studio. Fazio e i suoi collaboratori, Natalie Shook, che ha conseguito il dottorato all'universita' dell'Ohio e che adesso lavora presso la Virginia Commonwealth University e J. Richard Eiser dell'Univerista' di Sheffield (Inghilterra), hanno usato questo gioco in differenti studi esaminando le differenze nella formazione degli atteggiamenti positivi e negativi.
I fagioli buoni fanno guadagnare punti, mentre quelli cattivi li fanno perdere. Ovviamente, come in ogni gioco, lo scopo e' quello di raccogliere piu' punti possibile. La ricerca prevedeva due fasi, la prima e' la fase del gioco e la seconda quella del test.
Mentre il gioco puo' sembrare insignificante e rivolto ad un ingenuo target di persone, Strunk dice che invece rappresenta un potente mezzo per studiare come la gente forma i propri atteggiamenti di fronte a situazioni nuove.
''Se in passato, i ricercatori avvessero voluto studiare le modalita' di formazione dei nuovi atteggiamenti della gente, questo sarebbe stato difficile da fare'' dice. ''Se i ricercatori avessero voluto concentrare la loro attenzione sui problemi reali della vita, la difficolta' maggiore avrebbe riguardato il fatto che il peso dell'esperienza avrebbe potuto influire sulla risposta dei soggetti alle nuove informazioni e situazioni. In questo gioco, gli individui non hanno alcuna conoscenza o atteggiamento precedentemente formato cosi' risulta piu' semplice comprendere come questi atteggiamenti si formano, senza nessuna interferenza dovuta all'esperienze passate.''.
Durante il gioco, gli individui avevano il compito di accettare o rifiutare i fagioli che sarebbero appparsi sullo schermo. E' chiaro che questo avrebbe comportato un aumento o una diminuzione del punteggio in base ai fagioli buoni o cattivi correttamente accettati o rifiutati.
I 34 fagioli sarebbero apparsi per ben tre volte sullo schermo, dando appunto ai partecipanti la possibilita' di apprendere la sequenza dei buoni e dei cattivi.
Successivamente, nella fase del test, i soggetti, avrebbero dovuto indicare i fagioli buoni (che avrebbero fatto incrementare il punteggio) e quelli cattivi (che avrebbe fatto diminuire il punteggio), mentre venivano loro mostrati nello stesso ordine di presentazione precedentemente appreso. I ricercatori posero nelle ultime posizioni della classifica coloro che avevano correttamente identificato sia i fagioli buoni sia quelli cattivi.
Gli studenti non depressi avevano individuato correttamente il 61% dei fagioli cattivi e questo riultato e' stato simile agli studenti categorizzati come depressi che ne avevano identificato il 66%.
Se ci si sofferma, pero', sui fagioli buoni, si vede che gli studenti non depressi ne hanno identificato il 60%, mentre i soggetti depressi solo il 49%. Quindi gli studenti non depressi sono stati piu' efficaci di quelli non depressi nell'identificazione dei fagioli buoni.
''Le persone depresse mostrano un'inclinazione contro l'apprendimento di informazioni positive, sebbene non abbiano alcuna difficolta' ad apprendere quelle negative.'' afferma Strunk.
La misura usata dai ricercatori in questo studio, permette, inoltre, la classificazione dei partecipanti in base al loro livello di depressione. Per cui troviamo studenti con episodi di depressione lieve, moderata e severa. In questa ricerca, coloro affetti da episodi di depressione severa, hanno fatto registrare una performance leggermente peggiore (la scelta dei fagioli buoni) di quelli con depressione moderata e questo non fa che rafforzare i risultati della ricerca.
Servono sicuramente molti piu' studi sulla depressione, ma Strunk e Conkin dicono che questo studio potrebbe suggerire nuove strade da perseguire nel trattamento delle persone depresse.
''Le persone depresse potrebbero avere la tendenza a ricordare solo le esperienze negative delle varie situazioni della vita e non quelle positve.'' dice Conkin. ''I terapisti hanno bisogno di sapere questo.''
''Per esempio, una persona depressa che sta provando un nuovo programma di allenamento, potrebbe solo parlare di come questo programma lo faccia sentire indolenzito e stanco e non potrebbe parlare del fatto che, grazie allo sforzo fisico sostenuto durante gli esercizi, il suo peso e' calato.''
''I terapisti dovrebbero aituare maggiormente i loro pazienti depressi facendo in modo che questi riconoscano e ricordino gli aspetti positivi delle loro nuove esperienze'' conclude Strunk.
Fonti: http://www.medicalnewstoday.com/articles/142802.php
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