
Nell'esperiemento messo a punto dai due ricercatori un gruppo di volontari e' stato interrotto prima di finire un gioco di parole. Quindi gli e' stato chiesto di descrivere la loro esperienza usando l'imperfetto (p.e. ero a scrivere) od il passsato remoto (p.e. scrissi). In seguito gli e' stato chiesto di completare un test di memoria o di completare un gioco di parole simile al primo.
Il risultato e' stato che, i volontari che avevano fatto la descrizione del compito usando l'imperfetto sono stati in grado di rievocare maggiori dettagli della loro esperienza a confronto di coloro che avevano usato il passato remoto. Inoltre si e' registrata una migliore performance nel test di memoria o nel gioco simile al primo.
Gli autori suppongono che quando pensiamo ai nostri comportamenti ed esperienze passate all'imperfetto noi immaginiamo che quell'esperienza non sia ancora completamente passata. Questo ci aiuta a ricordare piu' facilmente gli avvenimenti legati a quelle situazioni e cio' determina una migliore performance nei compiti futuri.
Gli autori ritengono che queste scoperte sono utili nelle terapie comportamentali. Suggeriscono infatti che ''la diminuzione della frequenza di comportamenti non sani potrebbe essere facilitata dalla semplice discussione col paziente di quello che successe in una determinata esperienza. Di contro, invece, l'incremento dei comportamenti sani potrebbe essere incrementata dalla discussione col paziente di quello che succedeva in quella determinata situazione.
Fonti:
http://www.medicalnewstoday.com/articles/141835.php
Nessun commento:
Posta un commento