I ricercatori della dell'Universita' di New York e quella di Harvard hanno identificato il circuito neurale coinvolto nella formazione delle nostre prime impressioni degli altri. La scoperta, che mostra come codifichiamo e valutiamo le informazioni sociali che riceviamo riguardanti le altre persone e che determinano il nostro primo giudizio di esse, e' stata pubblicata su Nature Neuroscience.
E' difficile avere una esatta opinione degli altri quando siamo in interazione sociale, anche perche' le informazioni che da questi riceviamo hanno un particolare grado di ambiguita' e sono anche complesse. Comunque sia, quando incontriamo qualcuno per la prima volta, che ci piaccia o no, formuliamo spesso un rapido giudizio su di esso. Ricerche precedenti infatti, hanno gia' dimostrato che le persone si formano una relativamente accurata opinione di nuove persone gia' al primo incontro e questi giudizi si formano perfino in meno di 30 secondi.
Lo studio in questione ha cercato di capire i meccanismi cerebrali responsabili della formazione delle prime impressioni che formuliamo dopo l'incontro con persone nuove.
La ricerca e' stata condotta nel laboratorio della Prof.ssa Elizabeth Phelps dell'Universita' di New York dove insegna psicologia e neuroscienze (coautrice) L'autrice dello studio invece e' Daniela Shiller (foto) che ha svolto la ricerca nel dipartimento di psicologia dell'Universita' di NY e presso il centro di Neural Science. Altri co-autori sono stati: Jonathan Freeman, dell'Universita' di NY, James Mitchell, assistente professore all'Universita' di Harvard presso il Dipartimetno di Psicologia; James Uleman, professore al dipartimento di Psicologia dell'Universita' di NY.
Per esplorare i processi di formazione della prima impressione, i ricercatori hanno messo a punto un esperimento che gli ha consentito di osservare l'attivita' cerebrale dei soggetti sperimentali, mentre questi erano impegnati in valutazioni di persone fittizie. Ai partecipanti, infatti, e' stato fornito il profilo scritto di 20 persone con differenti personalita' e tratti caratteriali. Il profilo, accompagnato dalla foto di questi personaggi inventati, era completo di un esauriente scenario che prevedeva la descrizione dei loro tratti positivi (per es. intelligenza) e negativi (per es. indolenza).
Dopo la lettura dei profili veniva chiesto ai partecipanti di esprimere un giudizio sul carattere dei personaggi fittizzi. E' ovvio che questi giudizi sono stati vari e legati a come i soggetti sperimentali hanno valutato i tratti positivi e negativi presentati. Se ad un soggetto, per esempio, piace una persona intelligente rispetto ad una indolente si formera' una impressione positiva della prima e negativa della seconda. Durante la formazione di questi giudizi, l'attivita' cerebrale dei soggetti e' stata monitorata attraverso la risonanza magnetica funzionale (fRMI). Si e' riusciti cosi' ad individuare le differenze dell'attivita' cerebrale dei soggetti quando questi hanno considerato i vari tratti di personalita' descritti e che sono stati rilevanti per la formazione della prima impressione.
Le immagini mostrano una maggiore attivita' in due strutture del cervello. La prima e' l'amigdala
una piccola struttura del lobo temporale mediale. La seconda struttura e' la corteccia cingolata posteriore che e' coinvolta nelle decisioni di tipo economico e nelle attribuzioni di valore.
La ricerca ha dimostrato che l'attivita' di queste aree, che sono implicate nelle valutazioni di serie di variabili, e' maggiore quando i soggetti sperimentali erano impegnati a considerare i vari fattori determinanti nella costituzione della prima impressione dei personaggi fittizzi considerati.
''Persino quando osserviamo brevemente una persona sconosciuta queste aree del cervello sono importanti ed occupate nella veloce formazione della prima impressione'' dice la Prof.ssa Phelps.
Daniela Shiller infine conclude dicendo che: ''Quando, ogni giorno, codifichiamo informazioni durante le nostre relazioni sociali, queste regioni cerebrali selezionano determinate caratteristiche a cui attribuiamo un nostro personale e soggettivo significato, e le sommano costituendo un risultato finale - la prima impressione.
Lo studio in questione ha cercato di capire i meccanismi cerebrali responsabili della formazione delle prime impressioni che formuliamo dopo l'incontro con persone nuove.
La ricerca e' stata condotta nel laboratorio della Prof.ssa Elizabeth Phelps dell'Universita' di New York dove insegna psicologia e neuroscienze (coautrice) L'autrice dello studio invece e' Daniela Shiller (foto) che ha svolto la ricerca nel dipartimento di psicologia dell'Universita' di NY e presso il centro di Neural Science. Altri co-autori sono stati: Jonathan Freeman, dell'Universita' di NY, James Mitchell, assistente professore all'Universita' di Harvard presso il Dipartimetno di Psicologia; James Uleman, professore al dipartimento di Psicologia dell'Universita' di NY.
Per esplorare i processi di formazione della prima impressione, i ricercatori hanno messo a punto un esperimento che gli ha consentito di osservare l'attivita' cerebrale dei soggetti sperimentali, mentre questi erano impegnati in valutazioni di persone fittizie. Ai partecipanti, infatti, e' stato fornito il profilo scritto di 20 persone con differenti personalita' e tratti caratteriali. Il profilo, accompagnato dalla foto di questi personaggi inventati, era completo di un esauriente scenario che prevedeva la descrizione dei loro tratti positivi (per es. intelligenza) e negativi (per es. indolenza).
Dopo la lettura dei profili veniva chiesto ai partecipanti di esprimere un giudizio sul carattere dei personaggi fittizzi. E' ovvio che questi giudizi sono stati vari e legati a come i soggetti sperimentali hanno valutato i tratti positivi e negativi presentati. Se ad un soggetto, per esempio, piace una persona intelligente rispetto ad una indolente si formera' una impressione positiva della prima e negativa della seconda. Durante la formazione di questi giudizi, l'attivita' cerebrale dei soggetti e' stata monitorata attraverso la risonanza magnetica funzionale (fRMI). Si e' riusciti cosi' ad individuare le differenze dell'attivita' cerebrale dei soggetti quando questi hanno considerato i vari tratti di personalita' descritti e che sono stati rilevanti per la formazione della prima impressione.
Le immagini mostrano una maggiore attivita' in due strutture del cervello. La prima e' l'amigdala
una piccola struttura del lobo temporale mediale. La seconda struttura e' la corteccia cingolata posteriore che e' coinvolta nelle decisioni di tipo economico e nelle attribuzioni di valore.
La ricerca ha dimostrato che l'attivita' di queste aree, che sono implicate nelle valutazioni di serie di variabili, e' maggiore quando i soggetti sperimentali erano impegnati a considerare i vari fattori determinanti nella costituzione della prima impressione dei personaggi fittizzi considerati.
''Persino quando osserviamo brevemente una persona sconosciuta queste aree del cervello sono importanti ed occupate nella veloce formazione della prima impressione'' dice la Prof.ssa Phelps.
Daniela Shiller infine conclude dicendo che: ''Quando, ogni giorno, codifichiamo informazioni durante le nostre relazioni sociali, queste regioni cerebrali selezionano determinate caratteristiche a cui attribuiamo un nostro personale e soggettivo significato, e le sommano costituendo un risultato finale - la prima impressione.
Source: James Devitt
New York University
Fonte: http://www.medicalnewstoday.com/articles/141669.php
interessante...
RispondiEliminaavevo letto qualcosa di attinente su focus. In pratica ragazzi/e davano un'opinione riguardo ad un ragazzo/a dell'altro sesso dopo un solo sguardo, poi glielo veniva richiesto dopo averci parlato.
nella maggior parte dei casi, la prima impressione era quella giusta
Non sempre. Si basa su schemi generali. In seguito quando ci si accorge che il giudizio che sbbiamo dato non e' congurente con la realta' dei fatti allora correggiamo il nostro atteggiamento. E' come quando vai al bar. Ti aspetti che il barista abbia certe caratteristiche, come simpatia, spigliatezza, disponibilita', competenza. Senza conoscere il barista, questi viene categorizzato in base ad alcuni tratti. Poi, quando si e' al bar e ci accorgiamo che il barista non sorride, ci fa una battuta antipatica e impiega mezz'ora prima di farci un caffe' di pessima qualita', allora cambiano atteggiamento ed opinione nei suoi confronti, ma solo nei suoi confronti, mentre lo schema generale resta sempre integro. Qundi la prima impressione e' basata su schemi generali e solo con la frequentazione si passa dal generale al particolare.
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